Con questo articolo, voglio aiutarti a evitare tre degli errori più comuni quando stai per cantare una nota acuta.
Ogni volta che vedo allievi o cantanti in generale avere difficoltà nel cantare in alto, nel 90 per cento dei casi, posso ricondurre il problema ad una delle tre cause delle quali sto per parlarti.
Prima voglio però fare una premessa importante. Cerca fin dall’inizio di non vedere il cantare verso l’alto come lo scalare una montagna. L’approccio mentale può influire molto, nel rendere le cose più difficili di quello che sono oppure, può giocare a tuo favore nel renderle più facili.
Cantare in alto non vuol dire fare più fatica, ma lasciar entrare in funzione una coordinazione rilassata e naturale.
Detto questo, ecco 3 degli errori più comuni nei quali puoi incorrere cantando vero l’alto:
1) Spalancare sempre di più la bocca
Quando nel canto ci sono movimenti innaturali, spesso stiamo per incorrere in un errore. Se osservi i più grandi cantanti, non hai bisogno di accendere l’audio per capire che stanno cantando bene, perché vedi quanto sia rilassata la loro espressione e il loro corpo in generale.
Quando stai cantando sulla vocale A ad esempio, e man mano che sali verso l’alto spalanchi sempre più la bocca, stai intanto distorcendo il suono naturale di quella vocale, creando innumerevoli tensioni muscolari e riducendo lo spazio di risonanza, perché all’apertura esterna eccessiva e casuale della bocca, se ci fai caso, corrisponde una sorta di “chiusura” e “appiattimento” interni.
Cerca di mantenere quindi la vocale, soprattutto quando è già “aperta” di suo, come la A o la E, più naturale possibile. Si consiglia, ad esempio, cantando una A verso la zona acuta, di mettere le labbra come se dovessi dire O e la lingua per dire A; alcuni criticano questa sorta di “modificazione vocalica”, perché può creare una pronuncia innaturale, ma se invece stai attento e non esageri nella direzione opposta, continuerai a pronunciare chiaramente una A, semplicemente non creando tensione e dando il giusto spazio di risonanza andando verso l’alto.
2) Non gestire bene la respirazione
Il secondo errore è dato dalla cattiva gestione dell’aria. Spesso vedo incamerare l’aria inspirando e poi utilizzare tutto e subito, come se si necessitasse sempre di maggiore aria all’aumentare dell’altezza. Una volta inspirato, se ti guardi allo specchio o ti metti le mani ai lati della gabbia toracica, vedrai che questa si espande verso l’esterno, ecco, prova a tenere questa apertura man mano che sali verso l’alto. Questo farà in modo che non usi più aria di quella necessaria, creando troppa pressione sotto le corde vocali, rendendo quindi molto faticoso cantare, rischiando di far spezzare la nota o peggio ancora, se diventa un’abitudine, rischiando di creare danni alle corde stesse.
Non si tratta di forzare questa apertura laterale, ma di avere un atteggiamento simile ad chi osserva questa posizione rilassata, piuttosto di chi agisce per forzarne l’immobilità.
3) Far salire troppo la laringe
Questo terzo punto, che può essere visto anche come una conseguenza degli altri due, è molto comune. Quando si canta, la laringe dovrebbe rimanere rilassata, non immobile ovviamente, né troppo bassa, né troppo alta; come una sorta di galleggiante, libero di muoversi all’interno di una zona sicura.
Prova a metterti davanti allo specchio e inspira naturalmente e rilassato, vedrai come la laringe si abbassi da sola; se accenni uno sbadiglio, questo movimento sarà ancora più evidente.
Se ti accorgi che la tua laringe tende a salire troppo, fai particolare attenzione a come inspiri e a non perdere quella posizione rilassata man mano che sali; come ripeto spesso ai miei allievi:
lasciati ispirare dall’inspirazione
Puoi anche fare qualche esercizio, che ovviamente è difficile spiegare per iscritto in maniera completa, ma solo per accennare di cosa si tratta posso dirti per esempio di usare una vocale come la U, oppure un monosillabo tipo MAM su una scala o una melodia, accennando uno sbadiglio mentre canti.