Oggi ti racconto una storia, una storia mia, che però potrebbe essere legata alla tua.
Quando ho iniziato a cantare, da molto piccolo, l’ho fatto spinto, trascinato dalla forza attrattiva della musica; crescendo e iniziando le prime esperienze con i gruppi e le prime esibizioni, mi sono scontrato con le difficoltà che molti ben conoscono: quelle note acute sempre difficili, i limiti nell’estensione, la fatica….
Inizialmente mi davo due risposte:
“Questi saranno i limiti della mia voce…”
oppure
“A forza di cantare migliorerò..”
Entrambe le affermazioni erano sbagliate! La prima completamente, la seconda al 70%…
Parto dalla seconda; è ovvio che cantando si trovino modi per migliorare, alleggerire gli sforzi, magari guadagnare qualche nota in alto… ma si tratta di un processo la cui lunghezza è data in gran parte dalla casualità e i cui risultati nella maggior parte dei casi sono sotto la soglia della soddisfazione.
Riguardo l’altra affermazione invece, quelli che stavo sperimentando non erano i miei di limiti, ma quelli dati dall’assenza di tecnica, dal non sapere nulla sul funzionamento della voce.
Ecco che ho iniziato a studiare, prima documentandomi e chiedendo consigli ai cantanti a me vicini e che stimavo e poi iniziando a prendere lezioni di canto.
Le prime lezioni erano collettive, un grande aiuto per realizzare che i problemi che avevo erano molto comuni e che quindi non potendo essere racchiuse in una stanza 20 persone dalla voce limitata, si doveva trattare di meccanismi da imparare (verbo che dopo ho preferito sostituire con un altro che ti dirò al momento giusto della storia); ma ovviamente di pari passo con i primi, lenti miglioramenti e il crescente entusiasmo per la scoperta, ho ben presto capito che dovevo cercare un percorso individuale con un maestro.
La mia musicalità e intonazione naturali mi stavano già facendo intraprendere la professione del cantante e all’aumentare del prestigio delle situazioni nelle quali mi trovavo coinvolto, cresceva esponenzialmente il desiderio, anzi la necessità, di studiare, migliorare e abbattere quei famosi limiti.
Dopo alcuni esperimenti nei dintorni di casa mia, ho cominciato a seguire lezioni a 200, 300km di distanza e in alcuni casi anche di più, dove individuavo maestri che facessero al caso mio e che per riuscirono a farmi capire meglio come evitare quella famosa “rottura” sul passaggio, quel ponte levatoio tra i bassi e gli acuti che non mi era mai chiaro come abbassare e attraversare ad esempio.
Durante questo periodo di studio e di esibizioni, non smettevo di studiare da solo su libri, siti, guardando video, etc… e fu proprio su internet che ebbi una folgorazione, vedendo stralci di lezioni di un maestro americano, che sembrava far fare cose strepitose ai suoi allievi, già nella prima lezione. O si trattava di bravi attori, di cantanti già bravi che senza amor proprio fingevano debolezze e problemi a inizio lezione per poi rivelarsi più abili alla fine, oppure… ero di fronte ad un vocal coach che sapeva davvero individuare quell’ingranaggio fermo nella voce dell’altro e che non permetteva al canto di essere libero.
Così ho deciso di provare e ho contattato questo studio di Nashville, Tennessee (Stati Uniti), per fissare la mia prima lezione via Skype.
Nel prossimo articolo ti racconterò del mondo che mi si è aperto durante questo primo incontro virtuale e di come questo abbia influito sulla mia vita artistica e personale e…. non solo la mia.